Batterie al sodio: la tecnologia del futuro?

26 luglio 2023

Chimiche
Batterie al sodio: la tecnologia del futuro? | Flash Battery

 

L’evoluzione tecnologica nel settore delle batterie è in continuo fermento e la ricerca di tecnologie sempre più efficienti e performanti, che possano portare un valore aggiunto al mercato, è sempre aperta.

Negli ultimi anni, le batterie agli ioni di sodio compaiono tra le chimiche che hanno attirato maggior interesse, in modo particolare per un aspetto economico.

Ne abbiamo parlato nella puntata 20 della nostra Battery Weekly 2023, la nostra rubrica settimanale di informazione sul mondo delle batterie, dove i nostri esperti di elettrificazione Marco Righi, Alan Pastorelli e Daniele Invernizzi hanno analizzato i forti trend di crescita che stanno caratterizzando le batterie al sodio e i limiti che ad oggi ne impediscono la diffusione su larga scala.

Se da un lato la diffusione delle batterie agli ioni di sodio si stima in forte crescita, sia nel campo dell’energy storage che della mobilità elettrica, è importante sottolineare che queste batterie presentano ancora alcuni limiti da risolvere prima di poter essere commercializzate per un ampio range di applicazioni.

Scopriamo insieme cosa sono le batterie al sodio e quali sono le loro caratteristiche.

Cosa hanno in comune le batterie al sodio e le batterie al litio?

Il principio di funzionamento delle batterie sodio ione e delle batterie litio ione è praticamente identico e molti dei materiali elettrodici che si utilizzano nella tecnologia sodio-ione sono stati presi in prestito dalla tecnologia litio ione.

In entrambe le tecnologie, infatti, sono gli ioni i responsabili del trasporto e dell’immagazzinamento dell’energia. Gli ioni di sodio migrano dall’elettrodo positivo, il catodo, a quello negativo, l’anodo, attraverso l’elettrolita ed il separatore trasportati dalla corrente elettrica durante la fase di carica. Il processo di scarica vede gli ioni ritornare verso il catodo e un flusso di elettroni – cioè corrente elettrica – scorrere nel circuito esterno in senso inverso rispetto alla carica.

Il catodo è il polo positivo della batteria costituito da materiale catodico (es. LFP, NMC) e collettore di corrente, mentre l’anodo, è il polo negativo della batteria composto da materiale anodico (es. carbonio o grafite) e collettore di corrente.

Una cella al sodio è formata, fondamentalmente, da un catodo composto da un materiale capace di contenere sodio, un anodo generalmente costituito da carbonio e un elettrolita liquido contenente atomi di sodio in forma ionica. L’elettrolita è il liquido organico che riempie il volume interno della cella, facendo da anello di congiunzione tra catodo e anodo e permettendo agli ioni di muoversi.

Quali sono le differenze tra batterie al sodio e le batterie al litio?

Da un punto di vista puramente chimico, ci sono alcune sostanziali differenze tra i due elementi: il catione di sodio ha un raggio atomico 0.3 Å, più grande del corrispettivo litio. Questo significa che ha un peso atomico ed una massa oltre a 3 volte maggiore rispetto a quella del litio.

Questa caratteristica comporta notevoli problemi tecnici da risolvere: la massa dell’atomo di sodio, 3 volte maggiore a quella del litio, muovendosi tra anodo e catodo, crea uno stress meccanico maggiore che si traduce in alto degrado della cella.

La conseguenza che ne deriva è che le batterie al sodio hanno una cycle-life ridotta e sono meno performanti rispetto alle batterie al litio, poiché la grafite, l’anodo più comunemente utilizzato con i litio, interagendo con lo ione di sodio, subisce reazioni irreversibili di esfoliazione distruggendosi dopo pochi cicli di vita.

Uno degli aspetti che risultano più complessi per la buona riuscita di una batteria al sodio è, dunque, l’identificazione di un elettrodo negativo idoneo, che sostituisca la grafite e che permetta, in relazione con il sodio, di aumentare i cicli di vita della batteria.

Lo ione di sodio ha inoltre un potenziale standard di riduzione più basso rispetto al litio, ovvero una tendenza minore ad acquisire elettroni. Di conseguenza, una batteria al sodio potrà fornire un voltaggio massimo inferiore rispetto ad una batteria al litio: il voltaggio nominale della cella al sodio è di 2,3 – 2,5V rispetto ai 3,2 – 3,7V del litio. Se consideriamo che i processi elettrochimici che avvengono all’interno delle batterie agli ioni di sodio e agli ioni di litio sono i medesimi, sia il sodio che il litio trasportano la stessa carica ma, a parità di peso, una batteria di sodio potrà trasportare meno carica di una al litio, ovvero avrà una densità energetica inferiore.

La combinazione di queste due caratteristiche fa sì che la quantità di energia che può contenere una batteria al sodio sia circa il 40% in meno rispetto di una batteria al litio.

Le batterie al sodio sono attualmente meno performanti, a causa di una bassa densità energetica, ma costituiscono una possibile alternativa al litio per tutte quelle applicazioni in cui non sono richieste elevate prestazioni. Questo aspetto è fondamentale per fare fronte alle richieste di un mercato in continua crescita e destinato a crescere ulteriormente. È importante guardare al futuro e riuscire a garantire la sostenibilità della filiera, utilizzando il litio nelle applicazioni in cui è indispensabile e cercando tecnologie che possano permettere di differenziare una parte di produzione e non gravare esclusivamente sul litio, per soddisfare tutte le richieste di elettrificazione.”

Alan Pastorelli

CTO e Co-Founder di Flash Battery – LinkedIn

Secondo le previsioni, il mercato delle batterie agli ioni di sodio è destinato a crescere ad un ritmo del 27% all’anno nei prossimi 10 anni. Si presume che la produzione annuale passerà dai 10 GWh nel 2025 ai circa 70 GWh del 2033 registrando un aumento praticamente del 600%.

La diffusione della tecnologia agli ioni di sodio potrebbe essere favorita ulteriormente dal fatto che molte delle tecnologie di produzione delle celle al sodio sono in comune con quelle delle celle agli ioni di litio, dando la possibilità di convertire gli impianti e limitando ulteriormente i costi di produzione.

Nonostante le batterie agli ioni di sodio presentino alcuni limiti da risolvere, è sempre maggiore l’interesse che questi accumulatori suscitano nel mondo dell’elettrificazione, tanto che anche alcuni importanti attori internazionali nell’ambito della produzione di celle e batterie hanno rivolto la loro attenzione a questa tecnologia.

In particolare, è il settore dell’automotive a guardare con curiosità alle batterie al sodio.

La chimica agli ioni di sodio è stata riportata sotto i riflettori nel 2021 da CATL, il più grande produttore mondiale di batterie agli ioni di litio per autoveicoli elettrici e sistemi di accumulo di energia, che l’ha presentata come una delle tecnologie emergenti su cui avrebbe investito per differenziare la propria produzione.

Il colosso cinese ha infatti intuito che, sostituire una fetta del mercato occupato dalle batterie agli ioni di litio con quelle con gli ioni di sodio avrebbe vantaggi consistenti nella diminuzione del prezzo delle batterie al litio.

L’idea innovativa di CATL, sviluppata per oltrepassare i limiti che le batterie al sodio presentano, sarebbe quella di sviluppare un pacco batterie ibrido, che consiste nel mescolare e abbinare batterie agli ioni di sodio e batterie agli ioni di litio in una certa proporzione, integrandole in un unico sistema di batterie e controllando i diversi sistemi di batterie attraverso un BMS intelligente. Il veicolo potrebbe sfruttare le prestazioni a bassa temperatura della batteria agli ioni di sodio o l’alta densità energetica, a seconda delle esigenze. Il progetto è ancora in fase sperimentale, ma l’azienda cinese ha già catturato l’attenzione dell’intera industria di settore.

Nonostante alcune criticità ancora da risolvere, la tecnologia agli ioni di sodio si sta, quindi, ritagliando uno spazio sempre più rilevante sul mercato. Come sta avvenendo per altre tecnologie emergenti, come ad esempio quella delle batterie allo stato solido, l’ambito della ricerca è in continuo fermento e sta investendo grandi risorse per poter oltrepassare i limiti che, ad oggi, ne impediscono la diffusione su larga scala. L’introduzione di questa tecnologia sul mercato potrebbe portare vantaggi concreti a tutti quei settori, come l’energy storage, in cui la densità energetica viene in secondo piano rispetto al fattore economico e che, al momento, dipendono esclusivamente dalle batterie al litio.

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