We Are Access Equipment | La chimica delle batterie: Flash Battery ci aiuta a comprenderla
19/09/2022 – We Are Access Equipment
Ciascuna chimica al litio esprime il suo meglio in settori di utilizzo diversi e per scegliere quella corretta in base a cosa si deve elettrificare, vanno tenuti in considerazione tutti i parametri chiave: Energia specifica o Densità gravimetrica [Wh/kg], Sicurezza, C-Rate, Ciclo di vita e Costo.
Alcune, come la LCO (al Litio-Cobalto-Ossido-LiCoO2) e la LMO (Litio-Manganese-Ossido-LiMn2O4), sono perfette per batterie medio-piccole, per alimentare i dispositivi mobili o le apparecchiature medicali e gli utensili elettrici, come trapani e avvitatori; altre, come la NMC (Nichel-Manganese-Cobalto-LiNixMnyCozO2) e la NCA (Nichel-Cobalto-Alluminio-LiNiCoAIO2) sono impiegate principalmente in ambito automotive, grazie all’alta energia specifica che offrono. La LTO (Litio titanato-Li4Ti5O12) è invece lo stato dell’arte della tecnologia al litio, soggetta a un bassissimo degrado e può operare in un range di temperature molto ampio. Tuttavia, i bassi livelli di densità energetica e il costo attualmente elevato, ne limiteranno l’uso ancora per molto.
“Tra le chimiche più interessanti, la chimica LFP (Litio-Ferro-Fosfato-LiFePO4), che è quella che utilizziamo in Flash Battery. Le batterie con chimica LFP sono le più sicure e stabili che si trovano oggi sul mercato, e sono disponibili in formati di grande capacità, come richiesto dai sistemi industriali, senza aver bisogno di collegare in parallelo tante piccole celle che ne abbasserebbero la stabilità compromettendo la sicurezza del mezzo. I cicli di vita in una batteria con chimica LFP superano oggi i 3.500 cicli e, se dotate di un buon sistema BMS, possono agevolmente superare i 4.000. In futuro ci si aspetta addirittura di arrivare a oltre 6.000 cicli”, spiega Alan Pastorelli, CTO e Co-founder di Flash Battery.
We Are Access Equipment: la chimica delle batterie